[Gen-72]Intervista Rafa_el

Eriti aveva da poco fatto preparare un nuovo salotto apposito e dopo aver inviato le convocazioni, rimase in attesa dell'arrivo del candidato.

Arrivato nel salotto indicato, saluto con un sorriso e una piccola riverenza il Gran Ciambellano di Modena Eriti,
porgendo un dono e sperando possa essere apprezzato: un piccolo vaso con all'interno un gelsomino d'inverno in fiore giallo.

Un piccolo presente in segno di gratitudine per il vostro lavoro e amicizia, spero possa piacervi.

Dico in attesa di accomodarmi per iniziare il colloquio.

Carino ma io ho un terribile "pollice verde" - disse Eriti al dono che il candidato aveva portato ed indicando ad un paggio di prenderlo - sarà affidato al giardiniere di palazzo, sono certa che saprà trovare un posto per esaltarlo.

Prego accomodati pure - disse indicando la poltrona davanti a se.

Solitamente non è prassi prevista quella di fare colloqui ai candidati.
Solitamente a seguito di candidatura il candidato viene valutato dal Consiglio, in base anche quanto riportato nella sua candidatura, e deciso se essere ammesso o meno nel Corpo Diplomatico.
Prassi che sinceramente voglio un attimo cambiare facendo diventare "di rito" i colloqui conoscitivi. Certo occupano un po' di tempo, ma a volte si rendono necessari.

Fece una pausa prima di continuare.

Questa è la tua prima esperienza nella diplomazia almeno credo e nel bando era scritto - disse prendendo la pergamena del bando e leggendo direttamente - "E' gradita la sottoscrizione della candidatura affiancata da una breve presentazione del candidato e delle motivazioni che spingono a candidarsi. Si invita anche a specificare nella candidatura se si è a conoscenza di una o più lingue e di quali."

La tua candidatura, quella che per tua stessa volontà a seguito di scambio di missive hai voluto fosse quella ufficiale è la seguente:

Citazione :

Da Rafa_el Data d'invio 15 Gennaio 1472 - 12h30
Oggetto Ambasciata

Ciao Eriti!

Ho visto i bandi per le ambasciate, mi vorrei candidare per quella di Savoia,
conosco non in modo perfetto la lingua, ma riesco a parlare in modo discreto
e capire quasi tutto, inoltre ho un rapporto di amicizia molto stretto con Helie,
l'attuale duca di Savoia,
la nostra amicizia e nata un po' di tempo fa per via della kap,
lo sento molto spesso e ci scambiamo qualche notizia o parliamo di articoli o cose di questo genere e non solo, insomma ci teniamo in contatto essendo amici,
lui poi è una persona molto informata,
ma anche molto affidabile con cui si può parlare di qualsiasi cosa,
è davvero una persona squisita, sincera, e nutro profonda stima sia per lui che per tutto il ducato di Savoia a partire dalla sua storia,
questi sono i motivi del perché mi piacerebbe moltissimo ricoprire il ruolo di ambasciatore proprio in Savoia.



Devo lasciare un appunto anche in piazza sotto i bandi?
Ti auguro un buon lunedì Eriti!

Di base l'unica informazione che dici è che conosci in modo discreto il francese e ti proponi come candidato per la Savoia, pur non essendoci nel bando la possibilità per i candidati di "scegliere" un'ambasciata.
Concorderai con me che è scarna.

Pertanto vorrei iniziare questo colloquio con la domanda principale: quali sono le tue motivazioni, esperienze, aspirazioni e competenze che ti hanno spinto a candidarti?

Mi accomodo sulla poltrona annuendo alle parole e ascoltando il discorso con interesse.


La motivazione principale che mi ha spinto è il cercare di perseguire ed eventualmente offrire,
per quanto mi sia possibile, quindi ovviamente rispettando norme, limiti e prerogative dello statuto dei diplomatici di Modena,
tra cui dunque il segreto e il comportamento discreto,
la cooperazione tra ducati, allo scopo di migliorare le relazioni internazionali sotto diversi aspetti,
in quanto capaci di creare legami tra i popoli oltre che naturalmente vantaggi concreti per le istituzioni e cittadini dei luoghi interessati.
L'arte della diplomazia e il lavoro delle ambasciate penso sia un fattore diventato sempre più decisivo negli ultimi anni,
sempre più vitale e che quindi meriti attenzioni e persone disposte a lavorare per questa.

Se si parla poi di motivazioni anche strettamente personali, amo conoscere culture differenti dalla nostra,
mi piace sostanzialmente creare dei ponti, anche perché sono convinto che pure nelle diversità fattuali tra diversi popoli
ci siano spunti significati, per crescere condividendo per quanto possibile sia e ovviamente sempre parlando dal punto di vista diplomatico, relazioni positive.

Per quanto riguarda le aspirazioni, sinceramente e parlando in generale, quando mi metto in testa un obiettivo,
in realtà ne ho persino troppe, quindi considerato questo e ora parlando nello specifico della candidatura,
cercherò di mettere tutte le mie forze e buona volontà a disposizione, ovviamente nel caso fosse accettata,
senza dunque montarmi la testa in aspirazioni troppo alte, ma con assoluta determinatezza e impegno, questo si.

Infine alla domanda sull'esperienza e competenze avete già risposto voi in modo corretto poco fa con:
questa è la tua prima esperienza. Ergo credete bene, e non voglio aggiungere eventuali punti di forza che posso
avere riguardanti la comunicazione ma che sinceramente, veramente in merito a questo bando centrano poco.
Aggiungo che per la parola gradita, e non specificamente richiesta intesa dunque come obbligo per proporre la candidatura, che infatti lo presentata, e che si, la presentazione era scarna, ma esattamente come tutte quelle presentate da
ex ambasciatori in carica e non nei bandi passati, che comunque condivido lo siano,
compresa la mia come detto, e che quindi mi fa molto piacere, malgrado il tempo da dedicare ma che non reputo sprecato, l'istituzione nuova di questi colloqui.

Invece per la scelta mi scuso, erroneamente mi era parso che almeno solitamente,
nei bandi emanati dal Ducato per la ricerca di Ambasciatori, si potesse scegliere quella di interesse,
che comunque tengo a precisare ho selezionato in base prima di tutto alla lingua,
e poi alla mia possibilità maggiore di conoscere la situazione politica interna ed esterna in base a conoscenze,
legata al territorio di riferimento da me dunque selezionato, quindi solamente per eventualmente lavorare al meglio.

Spero le risposte si capiscano e di non essermi mangiato qualche parola,
non vi sto dando del tu considerato il luogo e rito,
ma nel caso non ci siano problemi e se mi consentite sarò lieto e onorato di farlo come fuori.


Concludo sorridendo in attesa di eventuali altre domande.

Eriti ascoltò con interesse le parole del candidato, mentre fece versare del vino per entrambi.

Prese il calice prima di parlare.

Direi che il tuo discorso merita delle risposte per punti.

Certamente hai chiaro quello che è lo scopo della diplomazia, e si, è un punto cardine. Ma debbo correggerti.
La diplomazia è sempre stata importante, il problema, e non parlo solo di Modena sia chiaro, è che negli anni passati è stata vista, fin troppo spesso, solo come un modo per "accumulare" esperienza ai fini araldici.
Ecco quindi che molto spesso ambasciatori e Ciambellani si limitavano alla ratifica di trattati sugli ambasciatori e sulla cooperazione giudiziaria.

Per fare una piccola digressione attuale si è visto proprio in questo Auxilium quanto questa politica del "fare per far vedere che si è fatto" ha portato solo ad avere tanta bella carta firmata che in caso di necessità o non è stata usata o era inutile.

Fece una pause e bevve un sorso.

Da quello che traspare dalle tue parole sembra anche che tu sia disposto a viaggiare nella provincia o stato a te affidati. Cosa che ben pochi ambasciatori sono disposti a fare anche solo per un breve periodo.
Eppure se non si viaggia, se non si conoscono i popoli, usanze, credenze e modi di pensare, come si può credere di poter servire al meglio la diplomazia?

La diplomazia non offre un grande spunto di carriera. Si è Ambasciatori. Si può diventare Gran Ciambellano se il Duca ti nomina o la selezione tramite bando ti è favorevole. E questo scoraggia molti.
La diplomazia è anche un'arte lenta: spesso i primi piccoli risultati si vedono dopo mesi. Un trattato iniziato a discuterne un anno fa può vedere la ratifica dopo mesi e mesi. Anche questo scoraggia molti.

Circa la chiusura del tuo discorso - disse mentre poggiava il calice sul tavolino - è vero che in passato simile frase è stata ignorata, ma non ero io come Ciambellano - sorrise - e si torna al discorso d'apertura che l'ambasciata è stata trattata come una quisquiglia.
Visto che la nomina di un ambasciatore è "a vita" da statuto, e che non serve una reale votazione del consiglio, fare un simile colloquio è solo normale, ma non mi stupisce che non sia stato pensato di farlo prima. Troppo "impegnativo", costringerebbe le persone ad esporsi. Emtrambe: intervistato ed intervistatore.
Anche perchè spesso si sono viste persone candidate, scelte e nominate, che non hanno fatto il loro lavoro. O hanno creato danni. Sia Ambasciatori sia Ciambellani.

Per la scelta è corretto: nei bandi passati vi era tale possibilità.
Io l'ho rimossa questo perchè è il Ciambellano che dovrebbe assegnare le ambasciate in base alle necessità e non per "scelta a priori". E' una cosa che non ho mai gradito.

Dici che hai scelto la Savoia per motivi linguistici e per conoscenza di alcune persone locali che ti permettono di conoscere la situazione interna, certo è utile, ma qui viene la domanda provocatoria: sapresti fare lo stesso come altre province? Tipo la Lorena o la Franca Contea?

Avere conoscenze è importante, ma è altrettanto importante avere la capacità di creare un contatto anche laddove non si hanno.

È proprio così.

Rispondo annuendo alle parole sull'importanza della diplomazia, dopo aver fatto toccare la mia coppa di vino con la sua.

La tua digressione mi è arrivata dritta e la condivido a pieno, è la stessa identica cosa che ho pensato pure io durante l'Auxilium, ed è lampante e puntuale anche la tua osservazione sull'accumulare.

Continuando il discorso, si, hai intuito molto bene, sono disposto a viaggiare volentieri nei territori che nel caso mi saranno affidati.

Bevo un sorso e sorrido guardandola e ascoltando le ultime parole.

Sono contento di vederti in questa veste di Gran Ciambellano, al netto di opinioni magari personali o politiche che ognuno può avere, non si può negare la determinazione e fermezza con cui lavori, sicuramente sei una risorsa per tutto il nostro Ducato, per cui sono felice che posti di rilievo vengano occupati da persone all'altezza, per il bene di tutti e non solo per simpatie o meno soggettive.

Quindi finendo il vino poso la coppa sul tavolo pure io.

Io penso di si, certo magari con più difficoltà soprattutto iniziale, rispetto alla Savoia, considerando la mia sincera amicizia,
ma si, potrei riuscire anche in altre provincie.

Quindi andando per ipotesi - disse mentre poggiava la schiena alla poltrona - come ti muoveresti se fossi nominato Ambasciatore per la Lorena?

Facciamo questo esercizio.
Hai la nomina ad Ambasciatore di Modena per la Lorena in mano, il tuo passo successivo? E quelli dopo ancora?

La prima cosa che farei è aggiornare l'ufficio, inserendo la lista dei Consiglieri del ducato di Lorraine in carica e in particolare mettendo tra i nominativi il mio omonimo, e se non ci fosse almeno quello del Ciambellano o carica uguale che hanno a Lorraine, poi andrei a controllare eventuali trattati in vigore, il tuo ultimo rapporto ma anche quelli precedenti per studiare e capire che relazioni ci sono e ci sono state nel tempo, prenderei quindi un iniziale contatto almeno informativo con le cariche diplomatiche citate poco fa, per poi in futuro comunicare nel caso ci fosse bisogno comunicati emessi dal nostro Ducato, quindi inizierei a pensare a viaggiare verso le loro terre, naturalmente informandomi prima di eventuali disposizioni dogali e inserendo pure queste nel mio ufficio, una volta li cercherei un contatto maggiore anche dal vivo, studiando nel mentre le loro leggi, la loro storia, che rapporti hanno con i Ducati vicini e pure Impero, cercando di capire in che modo una collaborazione tra i nostri Ducati potrebbe essere veramente utile per entrambi, fatto questo cercherei ovviamente di metterla in pratica, naturalmente proponendo un trattato, anche se devo dire che pure io sono dell'idea che come detto da te, le parole scritte servono a poco se non si mettono in pratica, quindi consapevole di questo, cercherei di lavorare con tutte le mie forze in questa direzione.

Prendo fiato e continuo

Nel mentre che faccio tutto questo, ti terrei ovviamente costantemente aggiornata, se serve con relazioni scritte specifiche, chiedendoti allo stesso tempo il permesso di eventuali azioni che lo possono richiedere, ma anche se hai degli spunti, obiettivi specifici da ottenere o che ti stanno a cuore, ed eventuali consigli su come lavorare meglio nel caso ne avessi bisogno, in più sicuramente porterei un dono personale al Duca di Lorraine in segno di rispetto e amicizia.

Finendo di parlare mi metto comodo anche io rilassato dal vino, chiedendomi se non avessi parlato troppo, dimenticato qualcosa o mangiato qualche parola.

Credo che questo sia tutto quello che mi viene in mente per ora.

Eriti annuì alle parole.

Ovviamente qualunque azione intrapresa deve essere riportata nel debito ufficio che avresti qui a Palazzo Ducale.
Vale per la Savoia, la Lorena, ma anche tutti gli altri ovviamente.

Questo non solo perchè è necessario informare il Ciambellano in carica ed aspettare le sue direttive, ma sopratutto per avere una cronistoria più dettagliata possibile di quanto fatto diplomaticamente con loro.

Candidandoti hai, implicitamente, affermato di conoscere lo Statuto dei Rappresentanti diplomatici.
Cosa pensi dello statuto e come lo miglioreresti, se reputi sia migliorabile.

Sicuramente aggiungerei nello statuto la possibilità di effettuare colloqui come questo.
Inoltre per mio parere personale, inserirei la possibilità di candidarsi come Ambasciatore a due persone per la stessa ambasciata,
o se comunque assegnata dal Gran Ciambellano, cosa che ha un senso e alla fine condivido,
che ci sia la possibilità per due persone di ricoprire lo stesso ruolo insieme.
So che è difficile, almeno a giudicare dalle poche risposte all'ultimo bando, trovarne anche uno solo, ma di solito in coppia si lavora meglio, soprattutto se c'è affinità, cosa lo so non scontata, anche se questa ci dovrebbe essere sempre, quando si ricopre un ruolo istituzionale e quindi si lavora per ottenere uno scopo comune per il benessere dell'intero Ducato.
Poi inserirei uno specifico punto sul fatto dire di poter viaggiare o meno nelle terre eventualmente assegnate,
non rendendolo obbligatorio, ma specificando che nella valutazione delle candidature, ha un peso pure questo.
Per il resto penso che sia abbastanza giusto e corretto.

Dico rispondendo.

Due persone per la stessa ambasciata? - chiese Eriti.

Un tempo, quando vi era molta più gente a oner del vero che si candidava, vi era l'abitudine di avere un "ambasciatore senior" e uno "junior" dove il senior faceva da mentore al nuvo ambasciatore alle prime armi.

Il nuovo ambasciatore poi, dopo un certo periodo, andava presso un'ambasciata "da solo".

A che pro quindi avere un doppio ambasciatore sulla stessa Ambasciata?
Lo capire se solo in termini temporanei di addestramento, ma fisso mi sfugge il senso.

Perché due è sempre meglio di uno!
Nel senso che un lavoro in due è sempre più completo rispetto a un lavoro fatto da solo,
la collaborazione aiuta molta nel risultato, ci si può scambiare consigli e idee, aggiustare il tiro,
analizzare punti di vista diversi da quello personale e tanto altro ancora che da solo non si può fare,
ma è vero che come detto il fatto di non trovare persone disponibili in questo discorso conta molta,
e che alla fine è solo un idea mia personale.

Rispondo

Eriti riflettè per alcuni minuti.

Ammetto di non concordare molto, visto che tale collaborazione può e deve esserci nella sala comune degli Ambasciatori nei pressi dei loro uffici.
Quindi se all'Ambasciatore per l'Olanda, per esempio, sfugge un particolare che crea conflitto con il Regno di Francia, l'Ambasciatore per la Francia può benissimo intervenire e portare il suo contributo, questo facendo restare i due focalizzati sulle rispettive ambasciate.

La diplomazia è solo all'apparenza un lavoro autonomo, è fatto di interconnessioni fra i vari elementi dei vari corpi diplomatici.

Ma, eventualmente, il tuo punto di vista potrà essere approfondito internamente.

Hai domande da pormi?

Penso mi sia tutto chiaro, grazie!

Rispondo

D'accordo - disse alzandosi - allora porto il resoconto della tua intervista al consiglio e ti farò sapere nel minor tempo possibile.

Puoi tornare a casa o aspettare nei paraggi, a te la scelta.